domenica 31 maggio 2009

Riavvolgo il nastro: “Terminata l’emergenza. Terminata l’emergenza.”


Domenica 31 Maggio 2009

Vogliamo pubblicare questa lettera che ho trovato sul web.. è un invito a riflettere..



"Vivo sulla costa adriatica abruzzese, a 15 km dalle prime case dichiarate inagibili, a meno di 100 km di strada dall’epicentro del sisma che il 6 aprile ha devastato L’Aquila ed altri centri della regione. E’ passato più di un mese e al TG5 o su Rai-Tre Regione Abruzzo parlano di fase 2, quella che segue l’emergenza ormai terminata.
In TV ora parlano di villaggi temporanei, e di carotaggi per progettare le fondazioni e l’isolamento sismico. Per progettare al meglio... 20 insediamenti abitativi ben disegnati, ammiccano dallo schermo. Evitare baraccopoli provvisorie, questo è l’obiettivo immediato, e se proprio dovessero esserci è solo in posti come Onna ad esempio, perchè lì la gente vuole restare vicino alle sue case.
Poi passano le immagini della delegazione francese che studia il sito del G8, seguite da quelle di un assessore campano, venuto a firmare un protocollo di intesa con l’omologo abruzzese per fornire aiuto.

Riavvolgo il nastro: “Terminata l’emergenza... Terminata l’emergenza...”.

Poi arrivano i soliti servizi dei giornalisti d’assalto, che dedicano il doppio del tempo speso a parlare delle speranze dei senzatetto, a parlare della gara fra risotti alla milanese e della mostra dei cioccolatai belgi.

Purtroppo non è una battuta.
“Terminata l’emergenza”, ci dicono, con migliaia di persone in tenda, con migliaia di persone temporaneamente dislocate sulla costa. Tra qualche giorno faranno vedere com’è divertente stare in tenda d’estate, … … ci spareranno due chitarre e un fuocherello fuori dalle tende, seguiti rigorosamente dai primi bagni a Mondello, e tutti saremo più tranquilli. Anzi, sotto il solleone qualcuno invidierà anche i fortunatissimi sfollati sulla costa che, a spese dello stato, si godono quella meravigliosa sabbia fine e bianca.

Del resto, la amavano così tanto da utilizzarla nelle colonne portanti di casa.
E così ad emergenza finita ognuno sarà libero di esprimere quello che ha dentro, senza vergogna e senza manti pietosi, dato che in TV dei morti non si parla più.

Addirittura Obama andrà a L’Aquila: cosa aspettano i “vacanzieri” terremotati a tornare a casa? Anzi, già che ci siamo, perchè aiutarli noi a ricostruire quello che loro hanno malcostruito? E quelle storielle di terremotati, che circolano già da queste parti, che parlano sempre di maleducati senzatetto arraffoni o cinici mercanti approfittatori di questa favorevole situazione, saranno sempre più sulla bocca di tutti.
Nessuno ripenserà a quelle donne arrivate ancora in pigiama due giorni dopo il terremoto, nessuno ricorderà i tanti deboli travolti da questa tragedia, nessuno saprà di quelli che ancora oggi girano con le scarpe piegate dietro, tipo pantofola, perchè non hanno trovato quelle della loro misura. Basterebbe fare un giretto sul posto e guardare in faccia questi delinquenti che vivevano nelle case dei padri, basterebbe ascoltare con attenzione le domande idiote fatte dai camerieri col microfono – i nostri giornalisti - a incravattati generali e incipriate generalesse di questo o quel corpo protettore di civili. Vi rendereste conto di quanto l’emergenza non sia finita, e che la vera emergenza stia nell’interesse a farci voltare dall’altra parte, per ricominciare a fare i propri comodi. Finiti gli spot in TV i nostri concittadini, degradati a nullatenenti dalla natura, finiranno allegramente sullo stesso gradino sul quale releghiamo i più poveri. Quale gradino? Quello che gli pare, purchè non sia il nostro, e purchè stia lontano dal nostro.

Distratti dai barconi, ma abituati a respingere chi navighi bisognoso verso il nostro portafoglio, dimentichiamo facilmente che a pochi chilometri da casa nostra c’è chi fa pipì in un bagno chimico e già in questi giorni vive a 40° di temperatura nelle spianate attrezzate di tende. Per loro moltissimi di noi hanno dato anche più di quello che potevano, in termini di tempo e di denaro, altri hanno devoluto l’sms di prassi e magari oggi si chiedono perchè uno viva addirittura in una casa non antisismica ed abbia bisogno dell’aiuto incondizionato di altri per ricostruirla. La percezione sterilizzata delle tragedie a cui ci ha abituato la TV, l’inconsapevolezza di quel che succede a pochi passi da casa nostra se i media non ce la raccontano, ci porta, erroneamente, a credere di poter esprimere opinioni completamente slegate dalla realtà che vivono i protagonisti di queste tragedie. Tanto chi soffre sta al di là dello schermo, male che vada cambiamo canale. E’ la solidarietà, la pietà per chi soffre, ad essere in vera emergenza, bisognosa di decreti, soglie e leggi per essere esercitata. Un sisma che ha disastrato le coscenze, con i sussulti della miseria che avanza e le onde sismiche dei servizi che vengono sempre più tagliati. Ognuno di noi vive sempre più arroccato a difesa dei suoi pochi privilegi, pronto a cannoneggiare chiunque tenda la mano bisognoso. E meno male che L’Aquila non è troppo a nord ne troppo a sud, che gli abitanti non sono abbastanza scuri o gialli da suscitare i soliti discorsi, che a pezzi siano cadute cupole e campanili e non minareti o templi d’altra foggia. Altrimenti si rischiava che in autunno qualcuno proponesse di imbarcare quei poveretti verso sud, con la scusa di non fargli soffrire il rigido inverno abruzzese."
Firmato.. RedO


Noi di Uno X Tutti _ Tutti X Uno non dimentichiamo.. F.J. Bidibibodibibù

Liberamente tratta dal sito: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=3199

domenica 24 maggio 2009

Berlusconi dimettiti

Un iniziativa di tutti i gruppi presenti su FB che hanno il medesimo scopo: ci siamo riuniti e siamo più di 200.000. Aiutateci a diffonderla

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Sign for La politica deve essere fatta con le mani pulite Berlusconi si dimetta


giovedì 21 maggio 2009

berlusconi: "Da questi giudici non mi farò processare!!!" - Saddam Hussein:Chi siete?Cosa volete? mi rifiuto di rispondere questo tribunale è illegale

Giovedì, 21 Maggio 2009


"Mentì per salvare Berlusconi". Per questo l'avvocato inglese David Mills è stato condannato a Milano a 4 anni e 6 mesi dai giudici milanesi. Il legale, condannato per corruzione in atti giudiziari agì "da falso testimone "per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati". E' questo uno dei passaggi delle motivazioni (leggi il documento completo), circa 400 pagine, della sentenza con la quale il tribunale di Milano ha motivato la condanna del legale inglese.

Mills, scrivono i giudici nelle motivazioni, "ha agito certamente da falso testimone da un lato per consentire a Silvio Berlusconi e al gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse, o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie e finanziarie illecite compiute sino a quella data, dall'altro ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico". I giudici milanesi ricordano che oltre ai 600mila dollari ritenuti "il prezzo della corruzione", Mills nel 1996 percepiva direttamente da Berlusconi almeno 45mila sterline dichiarate al fisco inglese. "Enormi somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che il legale riceveva da Berlusconi.

In pratica, scrivono ancora i giudici, "la condotta di Mills era dettata dalla necessità di distanziare la persona di Silvio Berlusconi dalle società off shore, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all'estero, la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Piersilvio Berlusconi".

In sostanza, per i giudici, "il fulcro della reticenza di Mills, in ciascuna delle sue deposizioni, sta nel fatto che egli aveva ricondotto solo genericamente a Fininvest, e non alla persona di Silvio Berlusconi la proprietà delle società off shore, in tal modo favorendolo in quanto imputato in quei procedimenti".

La condanna per l'avvocato inglese era arrivata nel febbraio di quest'anno. A conclusione di un'inchiesta che tirava in ballo il premier e che aveva visto una prima ammissione di colpa di Mills. Il legale nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Berlusconi: le tangenti alla Guardia di finanza e All Iberian.

Poi, nel gennaio 2009, la ritrattazione e il tentativo di discolpare il presidente del Consiglio (la cui posizione è stata stralciata in seguito all'approvazione del "Lodo Alfano" che garantisce l'imminutà alle alta cariche dello Stato). Una svolta che permise al premier di evitare il rinvio a giudizio per corruzione chiesto dia giudici nel 2006.


Opposizione all'attacco del Cavaliere dopo le motivazioni della condanna dell'avvocato Mills. Dario Franceschini chiede che il premier rinunci all'immunità. Richiesta rispedita al mittente dall'avvocato (e parlamentare del Pdl) Nicolò Ghedini: "Se rinunciasse condannerebbe il paese all'ingovernabilità". Ma poi è lo stesso Silvio Berlusconi a prendere la parola. Annunciando un suo prossimo intervento in Parlamento sul tema. Avvertendo: "Da questi giudici non mi farò processare". E attaccando duramente la stampa.

Le parole del premier. "Ho annunciato questa mattina la mia intenzione di fare un intervento in Parlamento sulla sentenza Mills e, appena avrò tempo, lo farò. In quella sede dirò finalmente quanto da tempo penso a proposito di certa magistratura": così Berlusconi, parlando in conferenza stampa all'Aquila. Poi aggiunge che si tratta di "una sentenza scandalosa e contraria alla realtà, in appello sarà assolto. Questa opposizione sconfitta sul piano delle cose concrete si attacca a cose di questo tipo come già fatto in passato in modo vergognoso sulle veline che non sono mai esistite".

L'attacco alla stampa. In particolare, nel mirino di Berlusconi ci sono gli inviati di Repubblica, dell'Unità, del Sole 24 ore: "E' la stampa italiana che si deve vergognare", perché pubblicando "notizie non vere fa del male al Paese". E in particolare, sulle famose dieci domande sul caso Noemi-veline che il nostro giornale gli ha posto: "Non rispondo a Repubblica, se cambiasse atteggiamento potremmo trovare un accordo, ma adesso non rispondo. Ho già risposto quando mi hanno detto che ero malato: ho risposto che eravate malati voi di invidia personale e di odio politico. Lo riconfermo in pieno". E ancora: "Non pensate di cadere nel ridicolo quando sostenete che in Italia non c'è libertà di stampa?Se volete scherzare scherziamo, ma all'esterno certe affermazioni sono prese per vere. Questo fa male al paese".



Sembra di rivedere un vecchio film andato in onda qualche anno fà.. era il 19 ottobre 2005 e siamo a bagdad

Saddam, al via il processo.. "Sono il presidente, voi chi siete?"

BAGDAD - Il processo del secolo si apre e viene subito aggiornato a fine novembre per mancanza di testimoni. Terrorizzati dal dover deporre contro Saddam Hussein. "Erano troppo spaventati per apparire in pubblico - afferma il presidente della corte, il curdo Rizgar Mohammed - lavoreremo su questo problema per la prossima udienza".

Ma in quel poco tempo, l'ex dittatore iracheno riesce a dichiararsi innocente, definire nulla l'autorità del tribunale che lo processa, ribadire che lui è il presidente dell'Iraq e venire alle mani con le guardie che dovevano riportarlo in cella. Saddam una cosa non l'ha persa: la capacità di muoversi come un attore quando sa di avere gli occhi del mondo addosso.

Mentre tutto questo andava in scena nell'aula di giustizia allestita nella Zona verde della capitale irachena, Rory Carroll, 33 anni, irlandese, giornalista del quotidiano britannico Guardian, è stato rapito. Era appena uscito di casa, nel quartiere di Sadr City, dopo aver seguito in tv la prima giornata d'udienza.

Scortato da due agenti, Saddam Hussein indossa l'abito scuro e una camicia bianca aperta sul collo con i quali era già apparso nell'udienza preliminare di luglio. Arriva per ultimo dopi i 13 avvocati della difesa, seguiti dai magistrati e infine dagli altri sei imputati. Ha un passo calmo e altero.

Le guardie del servizio di sicurezza lo sollecitano ad accelerare, ma lui con un gesto di stizza respinge le loro parole. Sotto un braccio ha una copia del Corano. Una volta chiamato alla sbarra dal giudice, l'ex presidente iracheno gli si è rivolto con aria sprezzante, chiedendo: "Chi siete? Cosa volete?".

Rizgar Mohammed Amin, il presidente del tribunale speciale, è di orgine curda, appartiene a un popolo che l'ex dittatore ha sterminato con il gas riempiendo di cadaveri decine di fosse comuni. Ma oggi non si processano quei crimini, ma quelli, identici, per la strage di sciiti del 1982 nella cittadina di Dujail.

La prima cosa che il giudice si sente dire è il rifiuto di Saddam di fornire le sue generalità: "Per rispetto al glorioso popolo iracheno, rifiuto di rispondere, perché questo tribunale è illegale". Per tre volte, il giudice Amin gli rifa la domanda e lui risponde: "Tu sai chi sono. Tu sei iracheno e sai molto bene che non mi arrendo".

L'ex presidente viene rappresentato in aula da due avvocati, Khalil al Dulaimi e Khamis Hamid al Ubaidi.
Il procedimento si celebra in una sala dell'ex museo della Vittoria, un edificio dove l'ex presidente custodiva i doni che gli venivano offerti dai dignitari stranieri che giungevano in visita a Bagdad e che si trova all'interno della superfortificata Zona verde dove ci sono la sede del governo e le ambasciate di Stati Uniti e Gran Bretagna.

Quindi si siede accanto agli altri imputati e dice loro: "Afia", "bravi". Sono l'ex vice presidente Taha Yassin Ramadan; il fratellastro di Saddam ed ex capo dei servizi segreti Barzan Al Tikriti; l'ex procuratore capo del Tribunale rivoluzionario del deposto regime, Awad Al Bander e quattro dirigenti del disciolto partito unico Baath (Rinascita), Abdallah e Mizar Rueid, Ali e Mohammed Al Ali.

Al suo ingresso in aula, Al Tikriti - che indossa una jallabia bianca, la tradizionale tunica lunga fino ai piedi - protesta con il giudice perché gli avevano sottratto la sua iakl, il cordone nero che si mette sulla kefyah, l'altrettanto tradizionale copricapo a scacchi bianchi e rossi, o neri. Il giudice ha ordinato che gli sia restituito, e il fratellastro di Saddam rimane in attesa in piedi finché questo non avviene.

Quindi il passaggio più importante. Alla domanda, come si dichiara l'imputato? la risposta è: "Non colpevole". Infine il processo viene aggiornato al 28 novembre. Un rinvio atteso, dopo che l'avvocato Dulaimi, aveva affermato di non aver avuto il tempo necessario per leggere gli incartamenti del processo. Ma il giudice dà un'altra versione: l'assenza dei testimoni, molti dei quali erano troppo spaventati per presentarsi. Altri, invece, non sono stati convocati per ragioni di sicurezza.

Intanto Saddam se ne va scortato e viene alle mani con le guardie che lo portavano fuori dell'aula. Le guardie tentano di prendere il braccio dell'imputato, ma lui oppone resistenza. La collutazione dura 30 lunghissimi secondi. Poi gli uomini della sicurezza lo lasciano andare.



Berlusconi 19.05.2009

"Da questi giudici non mi farò processare"


Saddam Hussein 19.10.2005

Una volta chiamato alla sbarra dal giudice, l'ex presidente iracheno gli si è rivolto con aria sprezzante, chiedendo: "Chi siete? Cosa volete?"

la prima cosa che il giudice si sente dire è il rifiuto di Saddam di fornire le sue generalità: "Per rispetto al glorioso popolo iracheno, rifiuto di rispondere, perché questo tribunale è illegale"

martedì 19 maggio 2009

"Per non dimenticare" In memoria di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della strage di capaci.. Questa foto è il mio grido di battaglia "No Mafia"

19 Maggio 2009

Per non dimenticare.. In memoria di Giovanni Falcone e di tutte el vittime della strage di capaci.. Questa foto è il mio grido di battaglia.. "No Mafia"

Proprio dal punto inquadrato dalla mia foto alle ore 17:58 del 23 maggio 1992 nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine viene azionato da Giovanni Brusca il telecomando che innesta il tritolo posto in un cunicolo sotto l'autostrada mentre passa il giudice Falcone e la sua scorta.

Il 23 maggio del 1992, quando i killer di Giovanni Falcone erano già lontani, e si preparavano a un brindisi, altri - non sappiamo ancora chi, e chiamarli mafiosi o uomini infedeli delle istituzioni fa poca differenza - erano stati incaricati di entrare in azione adesso. Perché anche le intuizioni, i segreti investigativi di Giovanni Falcone fossero cancellati, come quelle vite sull'autostrada di Capaci. Perché non restasse più traccia dei pensieri che il giudice aveva portato via da Palermo - anche quelli - quando aveva accettato la proposta del ministro della Giustizia Claudio Martelli di diventare direttore degli Affari penali. Appena un anno prima.

"Voleva lasciarsi dietro - racconta Martelli ai giudici - scontri, polemiche e incomprensioni". Ma a Roma, Falcone continuava a riflettere sulle indagini che aveva dovuto lasciare a metà. E non erano poche.
Leggeva e rileggeva i suoi appunti. Poi annotava su computer e agendine elettroniche.

"Una sera - ricorda Giuseppe Ayala al processo per la strage di Capaci - quando ancora Giovanni era al palazzo di giustizia di Palermo, andai nella sua stanza. Mi disse: Prendi un sorso di whisky, devo terminare una cosa. Quando finì di scrivere sul computer portatile mi guardò: Sto annotando tutto quello che mi sta succedendo per ora in ufficio. Qualunque cosa dovesse succedere, tu sai che c'è tutto scritto".

Non si è mai trovato nulla degli appunti di Giovanni Falcone, se non due fogli che il magistrato aveva affidato alla giornalista Liana Milella.
Quel 23 maggio si mossero dunque con certosina solerzia. Certo, adesso ad agire non erano più i picciotti delle cosche, ma probabilmente insospettabili uomini delle istituzioni, con un tesserino e un distintivo in tasca. Non può che essere così. Anche perché, poche ore dopo la strage, la Procura di Caltanissetta aveva già posto i sigilli all'ufficio di Falcone al ministero, e dato ordine di cercare ogni elemento utile alle indagini nelle sue abitazioni.

Ma accaddero lo stesso cose strane: nella casa di Roma, il Servizio centrale operativo della polizia non trovò mai il databank Casio "Sf 9500", non ce n'è traccia nel verbale del primo sopralluogo. Eppure, qualche giorno dopo - eravamo già a fine giugno - si materializzò proprio fra quelle mura. E i familiari lo consegnarono immediatamente alla magistratura. Il contenuto era stato però interamente cancellato, ed era scomparso un accessorio fondamentale, l'estensione di memoria che conteneva altri dati.

Anche nell'abitazione palermitana di Falcone, si materializzò un altro computer solo dopo il sopralluogo della polizia, un portatile Toshiba. I dati c'erano tutti, ma erano stati maldestramente letti e in parte modificati.

Nell'ufficio del ministero di via Arenula, collegato al computer da tavolo, è rimasta un'unità di "back-up", ma delle relative cassette magnetiche non si è trovata traccia. Accanto, il giudice teneva un notebook Compaq, protetto da chiave elettronica: anche in questo caso, il contenuto del computer portatile venne consultato maldestramente, cancellando le date originali dei documenti.
Imperizia degli investigatori o quei file erano stati letti da qualcun altro che aveva poi cercato di depistare, sviando i sospetti? Il giallo è rimasto...

Noi di Uno x Tutti _ Tutti x Uno non dimentichiamo.. F.J.

lunedì 11 maggio 2009

Luned', 11 maggio 2009

"Il potere è interessato al fatto che le persone siano tristi e abbiano delle paure perché così giustifica la propria esistenza."

Queste sono le parole pronunciate da Vasco Rossi alla conferenza stampa del concerto del primo maggio, parole che condivido totalmente.

Ai potenti che controllano banche, case farmaceutiche, stati, organizzazioni sovranazionali, ecc..., non interessa altro che il potere fine a se stesso..

Gli interessi in gioco sono enormi e spesso tutto ruota attorno al profitto..Le notizie non circolano facilmente e passano solo attraverso canali non ufficiali o comunque non attraverso i media principali, quelli cioè che invece di fare informazione troppo spesso sono solo strumenti di propaganda..

Perché dico questo?

Perché il virus H1N1 è stato CREATO IN LABORATORIO!!!

A sostenerlo è stato il Dr. John Carlo, direttore della Dallas Medical Co. che ha parlato di virus "COLTIVATO IN LABORATORIO"!

Ecco il video dell'intervista dove ha rilasciato questa shockante dichiarazione:

http://www.youtube.com/watch?v=nYu9ejXZ8Q8

Perché sono pochi a sapere questa informazione? Perché la vogliono nascondere?

Forse anche il Dr. John Carlo è il solito incompetente complottista che vuole solamente farsi conoscere?

QUESTA NOTIZIA STA GIRANDO SUL WEB.

PERCHE' IL VIDEO E' CENSURATO RENDENDOLO INCOMPRENSIBILE?

IL VIDEO E' STATO CARICATO E CENSURATO, RICARICATO E RICENSURATO, COME POTETE VEDERE AL LINK

http://www.youtube.com/results?search_type=&search_query=FEBBRE+SUINA+-+VIRUS+CREATO+IN+LABORATORIO-&aq=f

UN DUBBIO IO LO AVREI, VISTI I CASI IN ITALIA, CHE DOPO 2 GIORNI VANNO A CASA E STANNO BENONE!!!

tratto da http://forum.la7.it/Topic1133872-4-1.aspx#bm1134042

anche noi non ci crediamo.. F.J.

sabato 9 maggio 2009

Peppino Impastato..un eroe a 31 anni dalla sua morte.. per non dimenticare!!!


Sabato, 9 maggio 2009

“Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno scirocco gelido che lavava i marciapiedi e gonfiava i vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bianca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal mare fino alle prime pietre del monte Pecoraro. Cento passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Peppino. A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe finita. Pensai a Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi. Infine pensai che è facile morire in fondo alla Sicilia.” (Claudio Fava, “Cinque delitti imperfetti”, Mondatori 1994, p.9)

Per non dimenticare.. F.J.

venerdì 8 maggio 2009

Quanto vale la vita di un bambino?


Venerdì, 8 maggio 2009

Giuseppe Di Matteo figlio del collaboratore di giustizia Santino Di Matteo, ex-mafioso, divenne vittima di una vendetta trasversale nel tentativo di far tacere il padre..

La sua morte è risaltata grandemente su tutti i giornali perché il cadavere del piccolo non fu mai trovato essendo stato disciolto in una vasca di acido nitrico..

Egli fu rapito il 23 novembre 1993, a 13 anni, al maneggio di Altofonte (PA) da un gruppo di mafiosi che agivano su ordine di Giovanni Brusca, allora latitante e boss di San Giuseppe Jato.
La famiglia cercò presso tutti gli ospedali cittadini notizie del figlio, ma quando, il 1º dicembre 1993, un messaggio su un biglietto giunse alla famiglia con scritto "Tappaci la bocca" e due foto del bambino che teneva in mano un quotidiano del 29 novembre 1993, fu subito chiaro che il rapimento era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci e sull' uccisione dell' esattore Ignazio Salvo.

Il 14 dicembre 1993 Francesca Castellese, moglie di Di Matteo, denunciò la scomparsa del figlio. In serata fu recapitato un nuovo messaggio a casa del suocero (Giuseppe Di Matteo, padre di Santino) con scritto "Il bambino lo abbiamo noi e tuo figlio non deve fare tragedie". Dopo un iniziale cedimento psicologico il pentito non si piegò al ricatto, sebbene fosse angosciato dalle sorti del figlio, e decise di proseguire la collaborazione con la giustizia.

Brusca decise così l'uccisione del bambino, ormai fortemente dimagrito e indebolito per la prolungata e dura prigionia, e che venne strangolato e successivamente sciolto nell'acido l'11 gennaio 1996 dopo 779 giorni di prigionia.

Il suo carceriere, Stefano Bommarito, non sconterà i 22 anni di carcere ai quali era stato condannato..

Esce, su concessione del tribunale di sorveglianza di Palermo che lo ha affidato, in prova, ai servizi sociali..

Esce dal carcere, in cui è rimasto ben poco da quando ha deciso di collaborare con la giustizia..

Quanto vale la sofferenza e la vita di un bambino?

F.J.

martedì 5 maggio 2009

Se dimentichiamo moriranno di nuovo!!


Martedì, 5 maggio 2009


Ad un mese dal terremoto che nella notte del 6 aprile sconvolse l'Abruzzo accendiamo una candela nella notte del 6 maggio in memoria di tutte le vittime del terremoto..


Per non dimenticare e per dare una luce di speranza a chi in quella triste notte ha perso tutto..



Per non dimenticare che 33 anni fà il 6 maggio del 1976 alle ore 21:06 anche il Friuli veniva devastato da un forte terremoto.. provocando 989 morti e oltre 45.000 senza tetto..



F.J.

domenica 3 maggio 2009

Siamo Tutti Clandestini


Domenica, 3 Maggio 2009

Definire il tratto di Mediterraneo che unisce le coste libiche alla Sicilia ''un cimitero senza lapidi'' non è pura fantasia ma ''una drammatica realtà'' suffragata dai numeri che parlano di decine di migliaia di vittime che non riescono a raggiungere le coste italiane.. Sembra che negli ultimi 10 anni siano più di 15.000 i clandestini morti mentre altri 5.000 sono scomparsi nel nulla..

L’ultima tragedia nel Mediterraneo è avvenuta qualche settimana fà: più di trecento immigrati clandestini hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia partendo dalle coste libiche..

Più di trecento morti.. ma non una parola di cordoglio, di umana pietà, nemmeno per finta, dalla classe politica, dai suoi servi mediatici e dal ventre oscuro e incancrenito del sentire comune..

La coscienza e la memoria di questo paese hanno ormai lo stesso colore dello zerbino verniciato di fresco che qualcuno indossa ogni mattina al posto dei capelli..

Su questo dramma i più continuano a preferire il silenzio e la dimenticanza.. come se fosse qualcosa che non ci interessa.. anzi.. qualcuno ha anche osato dire: “Almeno questi non arriveranno qui e non porteranno via il lavoro ai nostri figli…”

Queste frasi si sentono ovunque ormai.. davanti alle scuole..sui mezzi pubblici.. in ufficio.. al bar.. il tutto giustificato ed alimentato da sindaci-sceriffi e politici-servi in completa malafede.. e così vai con le ronde.. con le denunce per chi va all’ospedale per farsi curare o per partorire..le proposte di classi separate, e altre schifezze che ogni giorno si premurano di inventare.. Ma tutto questo per la gioia di chi?!? come li vogliamo chiamare?!?

Faccio una grande fatica a chiamarli esseri umani…
Ma come si può pensare che questo dramma sia ormai una cosa normale..
quasi che sia stata una disgrazia capitata casualmente.. o ancora peggio dire “trecento persone in meno da sistemare di là.. trecento persone in meno da aiutare di qua..”

Ma i loro corpi ancora sono caldi.. le loro voci ancora parlano dai fondali marini.. parlano e ci accusano.. da queste morti le mafie introitano denaro che puzza di sangue.. non possiamo fare finta di non vedere.. di non accorgerci di quello che continua a succedere..

Sono persone come noi.. che tentavano di scappare da una realtà fatta di miseria e di disperazione.. partite con una speranza esile di un futuro per sè e per quei bimbi che tenevano in braccio.. persone uccise da una logica barbara.. due volte uccise.. mille volte uccise dall’indifferenza di chi ascolta la notizia e continua la propria cena senza un tuffo al cuore..

Poco tempo fa uno dei loschi personaggi che dirige la baracca se n’è uscito col suo “da oggi saremo molto più cattivi con gli immigrati”.

Mi chiedo.. ma sapeva bene in nome di chi e per conto di chi parlava?!?

Questo è il futuro che ci aspetta.. un futuro ingrigito a loro immagine e somiglianza.. senza più la libertà di pensiero.. di umanità.. di capacità di ascolto.. di un progetto qualsiasi che vada al di là del muro di cinta del più peggiore egoismo..

Quelle morti, e quelle che ancora, purtroppo, seguiranno, sono il frutto dell’incapacità, da parte di queste ottuse bande al potere di pensare politiche che vadano oltre la repressione verso i flussi che dal sud del mondo, sempre più povero e disperato, si dirigono verso il ricco e opulento occidente..

E come non ricordare che di fronte a quest’orrore c’è anche chi non trova di meglio che andare a mettere in guardia queste popolazioni sul peccaminoso uso del preservativo…


Un’ultima cosa.. “non avrò mai pietà di chi non ha pietà”

Noi di Uno X Tutti _ Tutti X Uno siamo con voi!! F.J.

venerdì 1 maggio 2009

VOGLIAMO LA VERITA'


Sabato, 2 Maggio 2009

Ogni giorno, con sempre più preoccupazione, mi chiedo cosa stia succedendo in Abruzzo veramente?

Dai "Campi" arrivano notizie sempre più sconcertanti.. Notizie che dipingono una relatà completamente diversa da quella che trapela invece dai TG nazionali..

Questa è l'ennesima comunicato rinvenuto in rete..

"Ho poco fa parlato al telefono con Stefania Pace.
Mi ha chiesto di far girare un suo volantino che lei andrà a distribuire domani nei campi. Mi ha detto che nei campi non c'è collegamento a internet, chi lo ha chiesto, si è sentito rispondere dalla protezione civile "e a cosa vi serve?"

Mi ha parlato delle due discariche che dovrebbero essere realizzate, una nel comune di Barisciano, in località Forfona, e l’altra nel comune di Poggio Picenze, in località Le Tomette. Qui finiranno anche i rifiuti e i materiali provenienti dalla demolizione degli edifici pericolanti, eternit compreso.

Mi ha detto che i campi sono tutt'altro che un campeggio, che per i portatori di handicap i bagni non esistono, visto che sono quelli chimici... E' dura sentire certe cose dalla viva voce, è dura...

Ecco il testo del volantino di Stefania..

"IL DECRETO-LEGGE 28 aprile 2009, n. 39 NON SALVA L’ABRUZZO ANZI LO FA CROLLARE DEFINITIVAMENTE CON LA CONNIVENZA DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI: NEI 12 ARTICOLI SONO CONTENUTE LE MISURE-VERGOGNA CHE SECONDO LORO DOVREBBERO AIUTARE LE POPOLAZIONI A RISOLLEVERSI DALL’IMMANE TRAGEDIA IL PIANO C.A.S.E. PREVEDE CHE SIANO COSTRUITE ABITAZIONI DI 50MQ PRESSO LE QUALI DOVRANNO ALLOGGIARE GLI SFOLLATI FINO A DATA DA DESTINARSI, CIOE’ FINO A QUANDO SARANNO PRONTE LE ABITAZIONI DEFINITIVE CHE SECONDO L’ART.2 DELLO STESSO DECRETO POTRANNO ESSERE RICOSTRUITE USUFRUENDO DI FINANZIAMENTI AGEVOLATI GARANTITI DALLO STATO E CONTRIBUTI CON IL SISTEMA DEL CREDITO D’IMPOSTA. MA I SOLDI PER LA RICOSTRUZIONE SARANNO DILAZIONATI IN VENT’ANNI E COMUNQUE DOVRANNO ESSERE ANTICIPATI DAI CITTADINI I QUALI VERRANNO RIMBORSATI SULLE FATTURAZIONI. MENTRE LE AZIENDE E GLI ISTITUTI RELIGIOSI SARANNO INDENNIZZATI. INOLTRE IL PRESENTE DECRETO IMPONE CHE SIANO APERTE DUE DISCARICHE NELLE QUALI CONFLUIRANNO SIA I RIFIUTI URBANI SIA LE MACERIE (IN MANIERA INDIFFERENZIATA? ( ANCHE ETERNIT…)), UNA A BARISCIANO IN LOCALITA’ FORFONA E UNA A POGGIO PICENZE IN LOCALITA’ LE TOMETTE.

I RESIDENTI

NOI SIAMO SFOLLATI E I RESPONSABOLI DELLA PROTEZIONE CIVILE ALLOGGIANO PRESSO L’HOTEL CRISTALLO E MANGIANO AL RISTORANTE IL GERANIO… OTTIMA CUCINA, ALTRO CHE PASTA SCOTTA!!!



Noi di "Uno X Tutti _ Tutti X Uno" siamo con voi!!! F.J.

Laura.. "noi siamo con voi!!"



Venerdì, 1 maggio 2009

Ricevo una lettera scritta da Laura, giovane studentessa universitaria di Colle di Roio, paesino colpito dal terremoto. Il testo mette in luce il punto di vista di chi il terremoto lo ha subito e, al di là dei proclami e la propaganda del governo del tipo "tutto sotto controllo" che tutti i giornali e le televisioni si sono affrettati a divulgare senza il minimo spirito critico, sta sperimentando come funzioni in realtà la macchina degli aiuti…

29 Aprile 2009 — "Ciao a tutti, oggi è il 20 aprile 2009. Per molti Abruzzesi lo sguardo è congelato all’alba del 6 Aprile 2009. Io, fisso il mio sull’ennesimo sorriso paterno e rassicurante del nostro Presidente del Consiglio, che campeggia sul paginone centrale de Il Centro, quotidiano locale e che ancora una volta (pure quando un minimo di decenza richiederebbe moderazione), fa sfoggio di capacità ed efficienza facendo grandi promesse nella speranza che si dimentichi il prima possibile (si sa gli italiani hanno memoria moooolto corta), che fino al 5 aprile nel meraviglioso piano casa che si intendeva vararare a imperitura soluzione della crisi economica, di norme antisismiche nemmeno l’ombra".
"Vi scrivo da Colle di Roio (Aq) uno dei paesini colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Il mio paese… Trovo molto difficile fare ordine nel turbinio di pensieri che mi gonfiano la testa, ma ci proverò. E scrivo questa nota perchè credo che solo uno strumento quale la rete permetta di conoscere altre verità, senza mediazioni se non dell’autore".
"Il nostro campo è abitato da circa trecento persone, distribuite in una quarantina di tende. Tornati da una vacanza mai iniziata, assieme a Pierluigi, abbiamo cercato di dare un contributo alle attività di gestione della tendopoli che, nel frattempo, (era passata già una settimana dall’inaspettato evento), era andata sviluppandosi".
"Come sapete non sono un tecnico, nè ho una qualche esperienza di gestione logistica e di personale in situazioni di emergenza e quanto vi racconto può essere viziato da uno stato di fragilità emotiva (immagino mi si potrà perdonare). Il fatto è, che a fronte di uno sforzo impagabile profuso da molte delle persone presenti nel nostro campo, (volontari della protezione civile, della croce verde/rossa, vigili del fuoco, forze di polizia etc…), inarrestabili fino allo sfinimento, ci siamo trovati, o sarebbe meglio dire ci siamo purtroppo imbattuti, nella struttura ufficiale della Protezione Civile stessa e nel suo sistema organizzativo".
"La splendida macchina degli aiuti, per quanto ho visto io, poggia le sue solide e certamente antisismiche basi, sulle spalle e sulle palle dei volontari; il resto da’ l’impressione di drammatica improvvisazione. E non perchè non si sappia lavorare o non si abbiano strumenti e mezzi, ma semplicemente ed a mio parere, perchè si è follemente sottovalutato il problema fin dall’inizio".
"Se vero che il terremoto non è prevedibile è altrettanto vero che tutte le scosse precedenti (circa trecento più o meno violente prima dell’inaspettato evento) dovevano rappresentare un serio monito. Perchè non è servito il fatto che due settimane prima del sisma alcuni palazzi presenti in via XX settembre a L’Aquila, poi miseramente sventrati, erano già stati transennati perchè le scosse che si erano susseguite fino a quel momento (la più alta di 4° grado, quindi poca cosa…) avevano fatto cadere parte degli intonaci e dei cornicioni…>/i>"
"Una persona minimamante intelligente, a capo di una struttura così grande quale la protezione civile, avrebbe dovuto schierare i propri uomini alle porte della città, come un esercito, pronto a qualsiasi evenienza. Ed invece mi trovo a dover raccontare che le prime venti tende del nostro campo se le sono dovute montare i cittadini del paese (ancora stravolti dal sisma), con l’aiuto di una manciata di instancabili volontari, che manca un coordinamento tra i singoli gruppi presenti, che la segreteria del campo (che cerchiamo di far funzionare), è rimasta attiva fino a ieri con un Pc portatile di proprietà di mia proprietà, acquistato "sia mai dovesse servire", e con quello di un volontario; che siamo stati dotati di stampante e telefono ma per la linea Adsl (in Italia ancora uno strano coso…) stiamo ancora aspettando e quello che siamo riusciti a mettere in piedi è merito dell’intelligenza di qualche giovane del posto e dei suoi strumenti tecnici; che abbiamo dovuto chiamare chi disinfettasse e portasse via mucchi di vestiti perchè arrivati sporchi e non utilizzabili; che che fino dieci giorni dal sisma avevamo un rubinetto per trecento persone, nessuna doccia, circa 20 bagni chimici e nessun tipo di riscaldamento per le tende
".
"Vi ricordo che in Abruzzo e a L’Aquila in particolare la primavera fatica ad arrivare e che anche in queste notti la temperatura continua ad essere prossima prossima allo zero. Non ci si può quindi stupire che molte persone, la maggior parte delle quali anziane (e non tutte con la dentiera…), cocciutamente ed in barba alle direttive che vietano di rientrare nelle case, contiunano a fare la spola dalla tenda al bagno di casa".
"Potreste obbiettare che tutto sommato e visti i risultati raggiunti nel seguire più di quarantamila sfollati questi problemi sono inevitabili e bisogna solo avere pazienza. Condivido il ragionamento".
"Quello che mi lascia stupito, che la gente non sa e che gli organi di informazione si guardano bene dal dire è che tutta la macchina si basa all’atto pratico, sulla volontà ed il cuore di persone che lasciano le loro case e le loro famiglie e che non pagate, cercano di ridare un minimo di dignità e conforto a chi, a partire dalla propria intimità, ha perso tutto o quasi. La protezione civile che molti immaginano (alla Bertolaso per intenderci) non esiste nei campi, almeno non nel nostro. I volontari si alternano, perchè obbligati ad andarsene dopo circa 7 giorni".
Cosa comporta tutto questo?
"Che ogni settimana si vedono facce nuove con la necessità di ricominciare a conoscersi ed imparare a coordinarsi, che il capo campo cambia anche lui con gli altri e quindi può avere esperienza o meno, che spesso, ed è il nostro caso, la gestione di alcune attività è affidata ai terremotati perchè non viene inviato personale apposito, con inevitabili problemi, invidie acrimonie e litigate tra…poveri".
Volete un esempio cristallino della disorganizzazione?
"La nostra psicologa, giunta al campo per propria cocciuta volontà, è rimasta anche lei solo una settimana. Vi immaginate quale può essere l’aiuto ed il sostegno che una persona addetta può dare e quale fiducia può risquotere per permettere alle persone di aprirsi, se cambia con cadenza domenicale??? A questo si aggiungano l’inesperienza di molte persone (spesso e per fortuna sconfitta dalla volontà di far bene) e le tristi e umilianti dimostrazioni di miseria umana che ci caratterizzano e che risultano ancora più indecenti ed inaccettabili in casi di emergenza".
Qualcosa di buono però ragazzi l’ho imparato.
"Ho imparato che per la richiesta di materiale devo inviare un modulo apposito e che a firmare lo stesso non deve essere il capo campo, la cui responsabilità, fortuna sua, è solo quella di gestire trecento vite, trecento anime, più tutti coloro che ci aiutano dalla sera alla mattina, ma serve il visto del Sindaco, oppure del presidente di circoscrizione oppure di un loro delegato (pubblico ufficiale). Noi dopo aver speso due giorni per individuare chi dovesse firmare questi benedetti moduli, sappiamo che dobbiamo prendere la macchina e quando serve (ovviamente più volte al giorno), raggiungerlo al comune".
Un’ultima noticina.
"Due giorni fa la Protezione civile si è riunita con gli esperti, ed ha ritenuto che non vi siano motivi di preoccupazione relativamente alle dighe abruzzesi (la terra trema ogni giorno). Ora ricordandomi che analoga sicurezza era stata espressa all’alba di una scossa di quarto grado e pochi giorni prima che il nostro inaspettato evento facesse trecento morti e azzerasse l’economia e la vita di migliaia di persone…ho provveduto, poco elegantemente, ad eseguire il noto gesto scaramantico…"
Però dei regali li ho ricevuti".
"Sono le lacrime di molte delle persone che hanno lavorato alla tendopoli, trattenute a stento nel momento dei saluti; sono le parole e gli sguardi dei vecchi del paese, che mescolano dignità e paura, coraggio e rassegnazione, senza mai un lamento".
Un’altra cosa.
"Vi prego chiunque di voi possa, prenda il treno l’aereo o la macchina e si faccia un giro per L’Aquila e d’intorni. Le tendopoli non sono tutte come quelle a Collemaggio. Scoprirete il livello di falsità che viene profuso a piene mani dagli organi di comunicazione oramai supini e del livello di indecenza del ns presidente del consiglio che prima con lacrime alla cipolla e poi con sorrisi di plastica distribuisce garanzie e futuro a chi, vivendo in tenda e saggiando sulla pelle la situazione sa, che sono tutte palle".

"I morti sono serviti subito per mostrarsi umano e vicino alle famiglie, ma ora è meglio dimenticarli in fretta..Via via..nessuna responsabilità, nessun dolo. I pm sono dei malvagi.. ricostruiamo in fretta.. forza la vità e bella, vedrete, tra un mese sarete tutti a casa… Conoscete i nomi delle famiglie che doveva ospitare nelle sue ville? Le virtù umane travalicano gli eventi, le sue miserie non hanno confini
".

Se volete vi prego fortemente di inviare questa mail a quanti vi sono amici. La stampa nazionale si è guardata bene dal pubblicarla.

Un saluto a tutti Laura.




Noi di Uno X Tutti _ Tutti X Uno siamo con voi!! F.J.


tratta dal sito
(www.gennarocarotenuto.it)